Props, cuscini, coperte, cinghie, foulard e attrezzatura: i sostegni dello Yoga

Sono sempre stata dell’idea che lo Yoga sia essenzialità. Il tappetino, per molto tempo, è stato il mio unico supporto. Il corpo, a mio parere, avrebbe dovuto farcela senza troppi fronzoli o aiuti. Erano gli albori del mio viaggio introspettivo, avevo appena iniziato a praticare Yoga. Dovevo fare ancora molta strada, sviluppare molta consapevolezza e soprattutto dovevo ancora capire il corpo, entrare in sintonia con il mio organismo.

Ho capito l’importanza dei props, dell’attrezzatura e dei sostegni solo quando, dopo un’operazione importante al colon, ho dovuto ricominciare a muovermi piano piano, rispettando il mio corpo e i suoi tempi di recupero. Ho ripreso a praticare in modo molto lento. Non potevo sforzare eccessivamente. Alcuni asana mi erano preclusi. Così mi venivano incontro cuscini, coperte, cinghie, foulard, mattonelle che mi permettevano di studiare alternative ottimali per costruire una pratica su misura per me in quel momento. E mi sono accorta che i props non erano solamente utili ma davano alle posizioni una specificità intrinseca che poteva essere usata sempre, non solamente momenti di difficoltà.

Ho continuato per diverso tempo a usare i props durante la mia nuova pratica di Yoga e poi, quando ho iniziato a insegnare, li ho gradualmente inseriti nelle pratiche con gli allievi. Molto dell’efficacia dei props mi è stato insegnato dallo Yin Yoga. Una prospettiva completamente diversa, non muscolare ma connettivale, dove i sostegni diventano indispensabili per sviluppare un certo tipo di lavoro specifico nel corpo attraverso l’immobilità. 

Le mattonelle sono le mie preferite per versatilità, sono importanti per lavorare gli asana in modo graduale come ad esempio i Trikonasana oppure per intensificarne altre come alcuni piegamenti indietro. Inoltre posso essere usate anche per la vita di tutti i giorni. Le uso come supporto per il Pc oppure come momentanei porta tisana. 

Le cinghie sono utili per gli allungamenti in progressione oppure quando dobbiamo agganciare due estremità che non si raggiungono facilmente, nelle torsioni e ogni qual volta abbiamo bisogno di aggiungere uno spazio ulteriore. Personalmente al posto delle cinghie preferisco il foulard che è molto più versatile e che all’occorrenza diventa, ripiegandolo, anche un comodo cuscinetto per la fronte.  

Per quanto riguarda i cuscini, beh, qui si apre un mondo davvero infinito. Ogni anno ne vengono prodotti di nuovi e con funzioni differenti. I miei preferiti su tutti sono i bolster: cuscini lunghi a forma di cilindro oppure rettangolari. Sono cuscini, di solito, molto grandi, anche se negli ultimi anni sono nati nuovi formati come quelli lunghi e stretti. In ogni caso si possono usare anche nella vita di tutti i giorni, su divani e letti e il loro più grande pregio è proprio quello di essere un vero e proprio sostegno per il rilassamento del corpo. Bolster in inglese significa proprio sostenere. Numerose sono infatti le posizioni dove la schiena sul bolster trova un importante giovamento. Non sono cuscini dove si sprofonda, sono al contempo morbidi e solidi. 

Non è mai una buona cosa quando i props vengono usati per forzare una certa posizione. Bisogna sempre allineare il corpo in una posizione rispettandone la conformazione e caratteristiche e soprattutto rispettando quello che si sente. Quando si sforza eccessivamente si sta facendo violenza al proprio corpo ed è sempre controproducente. 

Vi suggerisco, se volete provare i props, di farvi guidare dalla curiosità di sperimentare e di portarli nella vostra pratica in modo consapevole e graduale. In questo viaggio sarà proprio il corpo a dirvi quali preferisce e quali sono i migliori per voi da utilizzare come sostegno.

Qui di seguito vi lascio i link se avete bisogno di acquistarli. Sono prodotti che ho provato personalmente e con i quali mi sono trovata bene. Non sono molto economici ma per lo Yoga è indispensabile scegliere dei prodotti buoni, duraturi e che sostengano l’ambiente. 

Namasté e buona pratica.

Link Aff

Bolster Manduka rettangolare stretto https://amzn.to/3N9ESpW

Bolster Manduka rettangolare largo https://amzn.to/45NNCZU

Bolster Manduka cilindrico https://amzn.to/42lVBL8

Cinghia Manduka https://amzn.to/3WQlEJ9

Mattonelle Manduka larghe https://amzn.to/3WQqlCz

Mattonelle Manduka strette https://amzn.to/3qpxEoR

Progredire stando fermi

Maggio è un mese di mezzo. Come settembre, è mese di passaggio e di metamorfosi. È un mese dove mi destreggio tra nuovi progetti e paura di fare, di procedere; di dubbi e incertezze puntuali come la primavera.
La mia indole è tana infinita. Solo la luce nuova e rigogliosa di maggio mi porta a voler carpire più del solito e guardarmi attorno per osservare come torna a muoversi la Natura, come procedono gli alberi.
Gli alberi vanno avanti stando fermi. Forse è proprio questo che mi affascina del loro mondo.
Per molto tempo mi è sembrato che stando ferma non potessi progredire in nessun modo. Poi ho iniziato a osservare gli alberi. A guardarli con una luce nuova negli occhi. A renderli partecipi all’interno della mia vita. Progrediscono in silenzio, stando fermi. Rami che anni prima erano fuscelli diventano solidi e folti.
Mi stupiscono le radici che danzano sotto la terra. Le si aggrappano e ho perfino l’impressione che la tengano ferma.
Gli alberi muovono il loro animo, è il loro temperamento interiore che procede, a microscopici passi.
Con questo spazio per gli alberi di maggio mi affido anche io al mio animo, alle radici e alle fronde della testa.

I rifugi della Val Zemola

Ti è mai capitato di camminare in una valle dove la suggestione delle vette, dei boschi e della Natura è talmente forte da farti percepire un’energia potente dalla presenza sacra e grandiosa?

Esiste una valle che porta negli animi umani proprio la nitida sensazione di essere parte di un tutto vivido e prezioso.  L’accesso sembra una porta: una curva cela quello che poi si aprirà agli occhi. Cime che si parlano, rocce a picco e un torrente lontano, in fondo a un precipizio che toglie il fiato nella sua profondità.

Ti sto parlando della Val Zemola che, con l’arrivo delle stagioni più calde, torna meno aspra e riaccoglie i viandanti dal passo spedito. Esploratori e osservatori della Natura rimangono sempre ammaliati dalla valle tenebrosa di Erto. A chi sa cogliere l’infinitesimale e il microscopico regalerà sorprese indimenticabili e rarità da contemplare nel silenzio.

In questa valle ci sono tre rifugi alpini che d’inverno rimangono chiusi, se ne vanno anche loro in letargo, ma adesso con i primi di maggio stanno per riaprire in modo da accogliervi con prelibatezze di una volta, piatti caldi, dolci fatti in casa e momenti da passare in compagnia o in completa solitudine circondati da una montagna particolare e sublime che ha ispirato molti romanzi e racconti di mio padre.

Amo entrare in questa valle in punta di piedi. Vado a trovare alcuni alberi che ho eletto a totem e divinità solo nella mia testa. Guardo nidi costruirsi giorno dopo giorno, cerco di fotografare un insetto raro che sa nascondersi diventando corteccia.

Lascio meno tracce possibili. Provo a non disturbare, ad armonizzarmi con quella realtà ancestrale in modo da riconnettermi alla Natura. Mi è necessario quando sento che la vita di tutti i giorni mi distoglie dal primordiale legame con la Terra. Allora torno subito tra i boschi, in mezzo agli alberi e a radure burbere. Basta poco, a volte una manciata di minuti.

Se vorrai addentrarti in questa valle magica ti lascio  i recapiti dei rifugi alpini che potrai trovare sul tuo cammino. Perché  il viaggio ha soste per fermarsi, tempi lenti per assorbire ossigeno e stare.

RIFUGIO CASERA MELA aperto dal 1° maggio tutti i giorni,
accesso sia con prenotazione che senza
333.7857908 – 331.8210690 – info@caseramela.it  –  www.caseramela.it

RIFUGIO CAVA BUSCADA aperto tutti i fine settimana sabato, domenica e festivi,
dal 20 giugno al 20 settembre aperto tutti i giorni,
non è necessaria la prenotazione ma è possibile richiederla
320.0413665 – 328.4625598 – robyc.72@tiscali.it – www.cavabuscada.com

RIFUGIO MANIAGO aperto dal 1° maggio, consigliata la prenotazione
0427667027  338.1697479

Namasté

PS. Vi metto il link anche della Cartina Escursionistica Tabacco indispensabile per esplorare in modo autonomo e sicuro (è una delle cose che non mancano mai nel mio zaino).
In valle non c’è campo per il cellulare. 

(Link Aff)

Aspetto la pioggia.

Aspetto la pioggia. È come un miraggio o un sentiero che non si trova. Scruto nuvole in cerca di tuoni, di spiragli di lampi. L’altro giorno è durata un attimo. Ho teso le orecchie e respirato quell’aria da temporale restando immobile davanti alla finestra. Ho sentito il vento che si raffreddava e gocce lente tramutarsi in tempesta.
Quando sposto lo sguardo dentro me stessa, mi ritrovo spesso in mezzo a uragani che scuotono ogni cellula del mio corpo. Poi cerco di osservare meglio, di ascoltare e guardare a fondo. Nelle giornate buone trovo germogli, gli stessi che mi capita di incrociare, in questo periodo, mentre cammino. Aspettano il sole come attendono la pioggia. Hanno bisogno di vento e di radici. Hanno bisogno di elementi naturali diversi ma che insieme diventano per loro nutrimento.
I germogli hanno risorse infinite e brevi allo stesso tempo. Ritornano sempre e questo racconta la loro sostanza perpetua. Ma se non sei veloce a vederli ti salutano in fretta. Il giorno dopo sono già qualcos’altro. Non hanno la pazienza di attendere molto. Guizzano e scappano via, decisi a tornare.
La pioggia che stenta è come un germoglio in divenire. Sa che può tornare ma se ne va sempre più veloce. Rara e indispensabile alla stregua di parole fugaci da scrivere per non farle fuggire. Aspetterò la pioggia e la scrittura nuova in questo tempo di aprile. Coltiverò germogli e attimi microscopici dove piantare le loro radici.

Posso imparare a meditare? 3 libri (+1) per iniziare

In questa settimana abbiamo parlato di meditazione. In occasione delle giornate mondiali dell’acqua e delle foreste ho preparato due nuove meditazioni da inviare gratuitamente nella Newsletter di aprile. Così abbiamo iniziato a parlare di cosa significhi meditare, di quanti e quali tipi di meditazione esistano e come sarebbe meglio avvicinarsi a questa pratica.

Di meditazione sentiamo molto parlare al giorno d’oggi. Soprattutto in alcuni storytelling sembra che sia un rimedio solo per persone che hanno vite frenetiche o alti gradi di stress. Oppure qualcosa legato a una sfera accessibile solo a persone particolarmente predisposte o dotate. Tutto questo racconto e sovra racconto sul meditare ha contribuito alla confusione generale e anche allo scetticismo che c’è sull’argomento.

La meditazione è uno stato dell’animo nel quale diventiamo evanescenti e presenti nello stesso istante. Le pratiche (yoga, asana, posture, respiro, ma anche lettura e scrittura) per arrivare a questo stato servono proprio ad agevolarlo. Dal mio punto di vista, e da quello che ho potuto studiare in questi anni di insegnamento e pratica dello Yoga, la meditazione è una condizione in cui ogni persona può immergersi.  È una predisposizione naturale dell’essere umano che parte principalmente dal respiro. Il come arrivarci è il viaggio che bisogna fare per accedervi.

Quindi partendo da questo solido presupposto, ovvero che ognuno può meditare, ho pensato di aiutare raccontando qui 3 volumi (+ 1) che parlano di meditazione in modo semplice con esercizi pratici annessi. Sono libri per neofiti, per chi è a digiuno sull’argomento ma ha la necessità di avvicinarsi e capire questa splendida disciplina che va a ad aprire le porte più recondite della profondità degli animi.

A cosa serve meditare?
Quando me lo chiedono rispondo.
– A cosa serve leggere? A cosa serve sapere l’alfabeto. A cosa servono i codici se non a interpretare, a comunicare e a capirsi?

Il primo libro si intitola “Zen” a cura di Silvia Canevaro (100 pagine https://amzn.to/3nUb4Uu Link Aff ) e mi ha particolarmente coinvolta perché il filo conduttore è il Giappone. Un popolo che è riuscito a integrare la meditazione con le azioni quotidiane e che porta la consapevolezza dei gesti in ogni momento della giornata da sempre.

Il secondo libro che vorrei consigliare ha un titolo (tradotto) da non prendere alla lettera. La versione originale infatti porta il titolo “Zen Meditation Therapy“, che però in italiano è diventato “Curarsi con la meditazione Zen” (110 pagine https://amzn.to/3pCa33E Link Aff) e potrebbe essere fuorviante. Il libro è pieno di spunti, richiami bibliografici ed esercizi da provare su di sé. L’autore è Tomio Hirai una delle maggiori autorità giapponesi in questo campo di ricerca.

Infine un libro che mi è capitato tra le mani recentemente e che trovo molto utile per chi vuole creare una routine metodica e quotidiana di meditazione semplice. Si intitola “Meditazione di consapevolezza” di Stefano Ventura e Massimo Paradiso (170 pagine https://amzn.to/3Bnk6fP Link Aff). Trattano la meditazione Vipassana in modo esemplificato. Hanno creato un programma di 8 settimane e il libro è corredato di un diario della pratica che volendo si può compilare di volta in volta.


Concludo con un libro che c’è solo in versione inglese: “Meditations from the Mat” di Rolf Gates e Katrina Kenison (420 pagine https://amzn.to/41vQt6F Link Aff).  La raccolta di 365 riflessioni e spunti per integrare la consapevolezza dello yoga e della meditazione nella vita quotidiana.

Spero di esserti stata utile e buona esplorazione!
Sempre antenne alte.

Namasté

Quando cammino

Non credo sia difficile avvicinarsi a marzo. È un mese che assomiglia a una finestra semi aperta. Si scruta da lì il cambiamento d’aria che arriva a strofinare e ossigenare gli attimi, i momenti e anche le emozioni che, solitarie, girano per dentro. Si rilasciano da quello spiraglio i sedimenti, gli spazi fermi che aspettano vento nuovo a far germoglio.

Queste suggestioni che mi vengono in mente quando la mattina apro realmente la finestra e mi soffermo qualche istante a respirare, a sentire l’inspiro, a sentire l’espiro. Le due forze opposte che in sinergia ci governano, ci lasciano quello che serve e permettono a un organismo complesso come il nostro di procedere ed essere vitale.

È in questo periodo che una lieve frenesia inconscia si dipana con forza portandomi a camminare più del solito cercando alberi, prati e spunti microscopici.

Attingo esempi dalla Natura e li trasporto come similitudini in ogni lezione di yoga. Sono eccezionali per far emergere l’intenso legame che esiste tra essere umano e ambiente naturale.

Ogni volta che vedo un germoglio nuovo immagino di respirare quella stessa forza che arriva dal profondo, da piante che sembrano inermi e mute ma che invece sono solo in attesa. Coltivano in loro capacità reattive e risorse che si vedranno sbucare come punta di iceberg, il cui fermento è interno e naviga nell’invisibile.

È come la nostra interiorità, lì nel profondo rimane in attesa, di occhio attento, di cura, di essere vista.

Che se la noti c’è.

Ma c’è anche se non la noti.

L’attesa è una risorsa da rivalorizzare.

Cercare metodi per germogliare comunque è un grande privilegio dove la ricerca vale più dello scopo.

Seminare un’intenzione

Puoi fare questo semplice esperimento anche tu. Trarrai spunto dal tuo animo e attiverai le risorse del prendersi cura che sono custodite dentro di te.

Immergiti in un breve attimo di quiete, scegli un luogo calmo e silenzioso che parla di te.

Mettiti in una posizione comoda e ascolta il fiato. Usa l’ombelico e il respiro diaframmatico se lo conosci.
Massaggia la testa con le mani e concediti nel frattempo alcuni respiri di Bhramari Pranayama (la emme muta).

Poi riapri gli occhi e chiedi dal profondo del tuo animo che si palesi un’intenzione.

Ma cos’è un’intenzione?
L’intenzione è qualcosa a cui l’animo aspira.

Un’intenzione non può essere pensata o ragionata, sgorga in modo naturale dal profondo della nostra essenza.

Scrivila su un foglio di carta e affidala a un fagiolo. Immagina di affidarla alla Natura.

Stringi tra le mani il fagiolo e il tuo scritto prima di adagiare il fagiolo in una ciotola su cotone umido coprendolo con altrettanto cotone umido. Lascia il tuo bigliettino ripiegato vicino alla ciotola.

Bagna il fagiolo e controlla la sua reazione nei giorni successivi.

Se non nasce nulla non importa. Non succede niente. Semplicemente significa che non ti serviva quella intenzione, passa oltre e quando vuoi riprova, per trovare l’intenzione che fa per te in questo momento.

Provare a vivere in montagna

“Come sarebbe vivere in montagna? Siamo sicuri che sia una buona idea? Davvero è possibile? Mi piacerebbe molto. Come sarebbe bello!”

Punti di vista ma anche molti punti di domanda saltano fuori ogni volta che mi capita di parlare con qualcuno di montagna come vita.

Ogni persona è più propensa a scegliere il proprio luogo d’esistenza in base alla propria personalità, carattere o esigenze insindacabili che lasciano poco spazio alle scelte del cuore.

Ma ultimamente sempre più persone mi chiedono consigli su come progettare una vita in montagna, perché sempre più persone, soprattutto da quando siamo entrati nell’era della pandemia, sentono il bisogno di aria nuova, fresca, diversa. Aria di montagna. Luogo ideale e fisico dove gli animi proiettano sogni e aspettative e, a volte, realtà.

Così mi è venuta l’idea di questo articolo da inserire nel blog: raccontarti come fare a venire a provare a vivere in montagna non da visitatore o turista, ma da abitante.

Provare a vivere qui la vita di tutti i giorni e vedere come va, in modo da poterti dedicare un’esperienza diversa e capire cosa significhi realmente vivere in piccoli paesi circondati da vette e Natura molto vicine; trarre poi le tue conclusioni e capire realmente se quel tuo sogno possa diventare la realtà oppure scappare a gambe levate.

Avrai con te una nuova esperienza da custodire o da dimenticare. Perché ovviamente non sarà una passeggiata, né una vacanza. Ed è proprio questo il bello.

Cambiando il punto di vista di partenza, cioè arrivare qui senza sentirti in vacanza ma per vivere da abitante vero e proprio, cambierai anche istintivamente l’approccio logico al luogo.

Febbraio e marzo, ma in linea generale di solito fino a Pasqua, sono i mesi ideali per fare questo tipo di esperimento. Mesi in cui Erto ma anche i paesi limitrofi, sono particolarmente silenziosi, senza troppa frenesia, scanditi da interessanti giornate anonime e abitudinarie, ideali per far scorrere la vita di tutti i giorni.

Ovviamente ci sono alcune premesse e considerazioni da fare prima che tu decida di partire per questa avventura, a mio avviso, avvolgente, unica e rara (ma sono di parte).

Prima di tutto devi avere un lavoro da poter portare con te. Se hai la possibilità di poter chiedere alcuni giorni (2 o 3 non tanti) per lo Smart/Remote Working o per lavorare da casa oppure se sei un professionista o un lavoratore autonomo che può permettersi la trasferta continuando a lavorare a distanza, allora questa è la giusta esperienza per te.

Le giornate saranno promotrici di quotidianità: ricorda che non sarai qui per una vacanza, ma per spostare l’occhio su una ipotetica nuova vita. E provare a vivere in montagna da abitante con tutti i suoi pro e i suoi contro.

Ad esempio dovrai avere l’automobile. Qui è indispensabile per spostarsi e per raggiungere i vari servizi. L’auto dovrà essere necessariamente attrezzata per l’inverno e munita di gomme adeguate. Per il carburante siamo serviti: c’è un benzinaio (anche self) con annesso un piccolo bar molto accogliente proprio in corrispondenza del bivio per salire al paese di Casso.

Fai particolare attenzione anche all’abbigliamento, soprattutto alle calzature. Siamo in montagna ed è inverno. Una boule e un bollitore potrebbero tornarti utili.

Ricapitoliamo dunque:
Hai 2 o 3 giorni a disposizione? (4 sarebbe l’ideale)
L’auto è ok?
Hai un kit di vestiario invernale?

Perfetto la fase due è trovare la “casa” che sarà il tuo nido. Ti consiglio di cercare un struttura ricettiva con la cucina, perché appunto dovrai gestirti le giornate come fossero quelle della tua vita solita. Organizzati i tempi, considera le ore di lavoro, i tempi per i pasti, per alcune camminate semplici all’aria aperta e anche per gli hobby: libri da leggere o passatempi ai quali dedicarti.
Potrai anche magari concederti un take-away oppure andarti anche a prendere una pizza. Ma considera che dovrai scandire le giornate come fossero vita normale di tutti i giorni.

Accertati che la struttura dove alloggerai abbia il Wi-Fi perché dovrai lavorare in remoto e ti servirà senz’altro internet. Se non è disponibile potresti comunque gestirti la connessione con i Gb del tuo Smartphone qualora tu abbia un abbonamento con Gb illimitati. Insomma prima di prenotare pensa a ogni dettaglio.

Puoi trovare la tua dimora cercando e contattando le strutture che trovi in questo elenco: https://www.parcodolomitifriulane.it/vivere-il-parco/dormire-e-mangiare/

Alcune info utili se sceglierai questa zona: 

• Ogni Venerdì: mercato a Longarone (sia di generi alimentari freschi che vestiario), un bellissimo mercato! Consiglio: arrivare presto. A Longarone inoltre ci sono vari negozi ed è il centro più ampio che abbiamo nelle vicinanze. C’è anche una piscina attrezzata che propone inoltre corsi di Fitness e di arrampicata sportiva indoor.

• Furgoncino di frutta e verdura a Erto: Valter (Mariotto, detto Vetor dal nome di suo padre Vittore che passava di qui a portare frutta e verdura prima di lui) arriva il mercoledì mattina e il venerdì mattina.

• Altro furgoncino quello di Alessio Salvato arriva anche lui di mercoledì mattina e ci porta soprattutto formaggi, ma anche insaccati e vari altri generi alimentari.

• Ufficio Postale aperto il Martedì, il Giovedì e il Sabato (gli altri giorni è possibile trovare aperto lo sportello di Cimolais a 6 km circa).

• Farmacia Valcellina: Dott.ssa Roberta Chiaradia Tel. 0427 878110 / 339.1667290
CLAUT Lunedì e Giovedì 8:30-12:30 e 16:00-19:00
ERTO Lunedì 14:00-15:00
CLAUT Martedì 8:30-12:30 e pomeriggio CHIUSO
ERTO Giovedì 14:00-15:30
CLAUT Mercoledì e Venerdì 8:30-12:30 e 15:00-19:00
CLAUT Sabato 9:00-12:30 e pomeriggio CHIUSO

• Cinema: Belluno (30 minuti di auto circa, dipende dal traffico) oppure Maniago (Cinema Manzoni) oppure Pordenone (50 minuti di auto circa)

• Biblioteca: a Erto è aperta con questi orari
Mercoledì dalle 17:00 alle 19:00 e il Venerdì dalle 19:00 alle 21:00

• Negozi di biologico: a Belluno c’è un fornitissimo NaturaSì in via Via Feltre, 214 e il proprietario gestisce anche un delizioso I-Sushi https://www.isushi.it/ristoranti/i-sushi-belluno/  che fa anche servizio asporto. C’è un Uramaki Botanico fatto di Tofu, carote, sahimi di mango, chips di cocco e mayo veggie, non dico altro.

• Anche Erto ha il suo negozio di alimentari aperto con questi orari: tutti i giorni dalle 8:00 alle 12:00 e dalle 16:30 alle 18:00 (CHIUSO il Lunedì pomeriggio, il Mercoledì pomeriggio e la Domenica); in più c’è la Bottega Moderna che attraverso un sistema automatico fornisce snack, prodotti tipici e golosità alimentari. A Claut, a 20 minuti circa da Erto, c’è anche un altro alimentari e ci sono ben due panifici attivi.

Prima di arrivare nella tua dimora in montagna per questa esperienza inconsueta assicurati di aver progettato di fare la spesa per organizzarti al meglio soprattutto i primi giorni. In montagna infatti bisogna progettare sempre, in modo da non essere colti impreparati.

Se trovi una dimora con stufa dovrai anche occuparti del fuoco e questa è un’altra di quelle esperienze che vanno fatte almeno una volta nella vita, parola di montanara che ancora adesso non sa bene tutti i magici segreti di un fuoco perfetto.

Fammi sapere come andrà e, se hai bisogno di altre dritte, potrai scrivermi a lamariannacorona@gmail.com

Namasté

La Val Zemola a portata di mano

Ecco il motivo per cui mi è venuto in mente di creare questo bloc-notes in una giornata dove fuori tirava vento e pioveva. Ho ripensato alle camminate e, scorrendo le foto del telefono, mi sono imbattuta in quello scatto repentino che ero riuscita a scorgere mentre salivo una mattina in valle con il sole che arrivava. Allora si è accesa in me la scintilla e mi sono messa a progettare.
Ho imbastito quello che poi ho dato in stampa. Un bloc-notes per raccogliere idee oppure le sensazioni dopo le meditazioni. Un bloc-notes che raccolga istanti e che possa venire sempre con me.
“Un libro di vetta” alternativo insomma, che mi porti con la mente sulle cime o in mezzo alle montagne. Nella pagina interna ho aggiunto una citazione a cui tengo molto.


Potrai ordinarlo semplicemente scrivendomi una email a lamariannacorona@gmail.com, saranno disponibili fino a esaurimento pezzi, sono a tiratura limitata. 

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La Val Zemola, che è una valle magica, ha iniziato così a viaggiare per l’Italia e arrivare nelle case. ♡

È una valle dove si possono respirare passi antichi. Quando si varca la soglia della valle di Erto, quella alta, si viene catapultati in un altro mondo. Si percepisce il cambio del vento. Lì dentro sembra che forze primordiali siano le uniche custodi inaccessibili dei luoghi.

L’entrata sembra davvero una porta: una curva dove un sacello rimane sull’orlo del precipizio e svela agli occhi il panorama. La Palatha, Porgeit, il vasto canyon dove scorre il torrente rissoso e libero.

Un passo alla volta ci si addentra con la netta sensazione di essere sempre osservati e di camminare in un tempo non tempo.

Rifugiarsi qui per le feste

Immagina ogni cosa a misura d’uomo e di Natura. Comignoli che fumano, stradine che girano per le vecchie case e una scalinata lunghissima che arriva alle case più alte. Erto è ripido e meraviglioso. Con questo scritto voglio portarti idealmente in giro, con le parole, proprio dove la montagna è rimasta autentica e rigogliosa, ma con uno sguardo ai dintorni.

Un itinerario virtuale certo, condito soprattutto da consigli per aiutarti a programmare la tua vacanza natalizia a Erto e Casso (qui li chiamerò Nèrt e Sciàs). Uno dei piccoli comuni Dolomiti Unesco che fa parte del Parco Naturale delle Dolomiti Friulane.

Prima di continuare una sola avvertenza: le disponibilità dei pernottamenti sono poche, perlopiù case di pietra antiche ristrutturate che sono diventate albergo diffuso, accoglienti B&B o affittacamere affacciati sulle montagne. La conduzione è familiare e discreta. Ti sentirai senz’altro come a casa. Ricordati di prenotare per tempo. Se non riesci a prenotare per Natale non demoralizzarti. Puoi sempre iniziare a pensare alla tua vacanza qui in primavera oppure dopo le feste, quando il paese e l’atmosfera silenziosa diventano ancora più suggestivi.

Ti consiglio di arrivare in auto. Questo soggiorno, che mi sono immaginata tenendo Nèrt come campo base, ti porterà però ad esplorare un po’ tutto il territorio e ti muoverai parecchio a seconda dei tuoi piani, dandoti comunque tempo di tirare il fiato e di riposare. Un’altra cosa, siamo in montagna e l’auto è meglio sia equipaggiata con gomme appropriate e omologate per la stagione invernale.

Nèrt ha una posizione strategica. Si trova sul confine di due regioni italiane: Friuli Venezia Giulia, di cui fa parte e il Veneto di cui è “figlio di anima” perché è la regione più vicina. Per questo è un’ottima scelta come oasi naturale e punto base per una vacanza coi fiocchi. Sì, ora mentre scrivo sta ancora nevicando.

Tenere Nèrt come punto di partenza per le tue giornate ti permetterà, oltre che provare a vivere in montagna, di scoprire differenti luoghi a portata di mano, non solo la magnifica Valcellina, incastonata tra montagne e valli dove sono nati microscopici e caratteristici paesi, ma anche la Pedemontana e la Valbelluna. Avrai la possibilità di scoprire realtà completamente differenti, città agli antipodi come Pordenone e Belluno. Nello stesso tempo potrai ricongiungerti con la Natura, degustare prodotti tipici, assaporare una bevanda calda e gustarti la pace di una vita lenta quando farai ritorno nel tuo nido ertano.

Immagina di arrivare in tarda mattinata o nel pomeriggio. Depositati i bagagli potrai lasciarti il tempo di gironzolare per il paese e scoprirlo con calma. Passeggiare tra le vie del paese e magari curiosare cercando di scovare dove si nascondono le innumerevole fontane ertane. Davvero molte per essere un paesino così minuto.

Dopo aver sorseggiato qualcosa di caldo o pranzato in uno dei caratteristici locali tipici, ti consiglio di salire anche a Sciàs, paese dalle altissime case in pietra. Una sosta all’unico bar storico, il Bar K2, ti riporterà indietro nel tempo assaporando l’atmosfera del vero Natale tradizionale che si rispecchia tra le viuzze strette e addobbate con cura. Troverai pure un piccolo negozio di degustazioni che offre anche servizio di affittacamere.

A Nèrt, appena dopo il giorno di Natale, saranno invece esposte le Theròseghe (Befane). Le potrai vedere alzando gli occhi: appese a finestre e ballatoi oppure sedute davanti alle abitazioni, ai negozi e alle strutture ricettive. Rallegreranno il paese per tutto gennaio. Inoltre la sera del 5 gennaio (tempo permettendo) ci sarà il tradizionale falò “Brusa la vecia” con brulè e ristoro a cura della nuova ProLoco “Up-Erto”, un manipolo di giovani volontari che si sono rimboccati le maniche per organizzare manifestazioni e appuntamenti davvero imperdibili.

Ricordati di prenotare, oltre al pernottamento, anche i pranzi e le cene. Questo ti garantisce di riservare il tuo posto e di permettere ai ristoratori di organizzarsi al meglio. Per scegliere il tuo luogo del cuore dove trascorrere la tua vacanza a Nèrt o a Sciàs puoi consultare l’elenco a questo link: https://www.parcodolomitifriulane.it/vivere-il-parco/dormire-e-mangiare/

Puoi fermarti anche diversi giorni, le cose da fare non mancano!

La Magia del Natale

Se arrivi per queste feste imminenti e le ami in modo particolare, parti presto per goderti in tutto e per tutto la magia del Natale dei dintorni. Dopo una gustosa colazione preparati a scoprire la Valcellina: oltre Nèrt e Sciàs, anche Cimolais, Claut, Andreis e Barcis hanno un programma di eventi natalizi che troverai sulle rispettive pagine Facebook comunali. Il 18 dicembre Cimolais si vestirà di festa dalle 10:00 del mattino con zampognari, chioschi e mercatini per l’intera giornata. Se ami le decorazioni e i presepi non puoi non fare tappa ad Andreis, altro piccolo centro che si trova appena dopo Barcis, e Poffabro, uno dei borghi più belli d’Italia, che invece espone innumerevoli presepi pregiati e originali per tutto il paese. Manifestazione che è arrivata alla sua XXV edizione!
Sulla scia dell’entusiasmo natalizio puoi spingerti fino in pianura e in poco tempo raggiungere Pordenone dove nel viale principale e in Piazzetta XX Settembre sono allestite le classiche casette di Natale. Una città d’avanguardia mi piace definirla, affascinante e misteriosa. Culla di uno dei festival letterari più importanti d’Italia: PordenoneLegge. Inoltre per le feste c’è un ricco programma di eventi al Teatro Verdi e numerosi concerti in calendario al Capitol. Se ami i dolci, poi, proprio in questa città potrai trovare una pasticceria storica dalla sofisticata ambientazione e dai prodotti sensazionali: Peratoner un must-have, da vedere e provare per poi averne nostalgia totale.

Ti consiglio però anche di tenerti una mezza giornata in più: sono infatti molto legata alla magia di Natale di Belluno, città dove ho vissuto per cinque anni. In piazza dei Martiri le casette dei mercatini hanno qualcosa di speciale. Sono racchiuse in uno spazio comodo e hanno molti prodotti che provengono da produttori e aziende locali. Inoltre è sempre attiva la parte enogastronomica con strategici funghetti riscaldanti per una sosta veloce o una pausa tra amici. Sia a Pordenone che a Belluno sono attive le immancabili piste di pattinaggio, sia mai che ti venga voglia di sgranchirti le gambe e mettere alla prova la tua agilità e il tuo equilibrio.

Il tuo rifugio

Dopo un tuffo cittadino sentirai la necessità di sgattaiolare di nuovo nella pace del tuo nido di montagna. Una passeggiata di notte per le vie ertane, d’inverno, è una vera e propria meditazione onirica che mi sento di consigliarti di fare. I locali che di solito chiudono per ultimi sono “Il Cervo Bianco”, in cima al paese e l’Enoteca di Marco e Rossana “Da Corona” nel cuore del centro storico del paese.

Sorpresa delle sorprese: se hai ancora regali di Natale a cui pensare, non devi perderti una visita alla “Bottega Moderna” un piccolo scrigno di prodotti di qualità scelti con cura che è possibile acquistare H24 vicino alla Trattoria Julia nel paese nuovo. È un negozio “futuristico” dove potrai acquistare i prodotti autonomamente. Io adoro la crema all’aglio per i crostini, l’antipasto di verdure in agrodolce, la composta di mora con sciroppo d’agave. Sono anche disponibili alcuni libri di mio padre e il mio. Di fronte troverai la Pizzeria Stella, dalle sue splendide vetrate è possibile pranzare, cenare o mangiare un dolce guardando la neve fioccare fuori dalla finestra.

Un po’ di sport?

Ora immagina di avere anche delle giornate da dedicare al movimento e allo sport. Non certo cose complicate o sforzi immani. Lo scopo è quello di goderti le esperienze e viverti la tua vacanza in pace. Per farlo però serve un kit indispensabile, che magari conosci già ma che metto qui come una sorta di promemoria volante: piumone, guanti, sciarpa, maglie in merinos, thermos per bevanda calda, pantaloni impermeabili e termici, pile, calze termiche, berretto. Se hai anche una pila frontale è sempre d’aiuto.

Ti ho già accennato che Nèrt si trova in un punto strategico. In soli 50 minuti d’auto puoi raggiungere Pordenone. Ma in soli 50 minuti d’auto potrai essere sul comprensorio Ski-Civetta immenso e attrezzatissimo. Piste aperte di notte e di giorno. Locali, movida e divertimento. Ma io, che amo osservare la Natura, le piante e i boschi ti consiglio le piste per lo sci di fondo. Paesaggi incantevoli e disciplina piacevole che ho riscoperto pochi anni fa, quando è iniziata la mia metamorfosi profonda, che è stata più che atro un risveglio bello e consapevole. Inoltre da poco ho scoperto che a Zoldo Alto, a Pécol, c’è un centro di benessere con piscine che ha appena riaperto, si chiama DolomiaSpa. Non ci sono mai stata, ma da quello che ho potuto vedere online dev’essere molto carino e rilassante, propone anche trattamenti Ayurvedici. L’ho segnato tra i luoghi da vedere, prima o poi. Altri comprensori più piccoli ma molto curati sono Piancavallo e Nevegàl. Inoltre quando arriva la neve abbondante anche Claut ha un bellissimo circuito di sci di fondo.

Se vuoi rimanere in zona e ti piacciono le ciaspole o lo sci alpinismo a Claut puoi salire al Rifugio Pradut. Un itinerario abbastanza lungo ma che ti avvolge completamente nella Natura invernale. Ti sembrerà di essere fuori dal mondo. Se preferisci un giro in gruppo, in compagnia e con una guida ti consiglio di guardare il calendario escursionistico invernale del Parco Naturale Dolomiti Friulane al link https://www.parcodolomitifriulane.it/vivere-il-parco/escursioni-ed-attivita/ per prenotare il tuo posto.

Se piove o c’è brutto tempo? No panico. La vacanza è salva. Puoi approfittarne per leggere, come faccio io quando vado in vacanza. E ti assicuro che leggere un buon libro, sorseggiare qualcosa da bere, al caldo in mezzo alle montagne porta una pace d’animo e una tranquillità inimmaginabili. Ma se preferisci sfruttare la giornata in modo diverso in pochi minuti potrai raggiungere il Palasport di Longarone: piscine, corsi, palestre ti attendono per continuare a goderti la tua vacanza. Un altro centro che ti consiglio e che è attrezzato anche di saune, area benessere ed estetica è ManiagoNuoto: si trova per l’appunto a Maniago, raggiungibile in circa 40 minuti di strada.

Comunicazione di servizio: il palaghiaccio di Claut è momentaneamente chiuso al pubblico per lavori. Ma dovrebbe riuscire ad aprire per le feste di Natale. Comunque mi informerò e aggiornerò questo articolo in un secondo momento.

Non ti resta che curiosare in rete tutte queste realtà di cui di ho parlato e metterti a organizzare la tua vacanza alternativa a Nèrt. Se hai dubbi, perplessità o ti servono informazioni in più puoi scrivermi a lamariannacorona@gmail.com

** Buon Natale ** spero tu possa goderti le cose semplici che nutrono gli animi in modo vivo, namasté.